Proviamo a indagare sugli effetti psicologici delle azioni non etiche.
Supponiamo che tu stia andando a un seminario sulla salute. Sei in auto e nel parcheggio, durante una manovra, urti un’auto ferma, provocando un danno importante.
Siccome non c’è nessuno a bordo del veicolo, ti allontani in cerca di un altro posto
in cui parcheggiare.
Irresponsabilità
Entrando al corso, nella pausa caffè un corsista, che non conosci, si lamenta del danno subito dalla sua auto nel parcheggio, per colpa di qualcuno che non ha nemmeno lasciato il proprio contatto. Che coincidenza, eh?
Come ci rimarresti tu, che gli hai provocato il danno? Ecco che arriva l’ansia, che ti distrae e compromette la tua performance al corso. Durante il seminario, quello che ha subito il danno ti fissa, o almeno a te sembra così, e pensi: mi ha beccato! E sale l’ansia!
A lezione, il formatore assegna un esercizio e vi accoppia: come ti comporterai?
Sarai naturale e spontaneo? O quasi totalmente concentrato su come non farti scoprire?
Le tue energie andranno in quella direzione, perdendo le tue abilità.
In presenza di un’azione non etica nascosta, avrai difficoltà a essere efficace anche con gli altri. Durante il pomeriggio, un altro corsista del seminario ti fissa e pensi: mi ha visto anche lui! L’ansia cresce ancora di più! Quando commetti un’azione non etica, il tuo obiettivo diventa non farti scoprire. La morale è che quando commetti un’azione non etica, proietti un’immagine di te che non è reale: la cosa da fare è assumerti la responsabilità delle tue azioni, affrontare lo sbaglio e
le sue conseguenze. Subito! O almeno, appena metabolizzi la cosa.
Avere un comportamento etico non è solo moralmente giusto, è anche proficuo, perché ti permette di concentrarti su ciò che è davvero importante, cioè produrre risultati.
Sii responsabile e affronta i tuoi compiti, non sfuggirgli.
Fai una lista dei tuoi doveri e di quelli dei tuoi Soci e/o Collaboratori. Sforzati di metterci tutte le responsabilità, anche quelle che in teoria daresti per scontate.
Tipo chiudere a chiave l’ufficio quando si esce per ultimi. Sembra una sciocchezza, ma l’esperienza insegna che è meglio non dare nulla per scontato.
Cesena
Il primo segreto del SUCCESSO è cominciare!
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